Sviluppo con Recovery Fund, occasione per il territorio
Un nuovo modello di sviluppo con il Recovery Fund, il segretario generale della Cgil Messina Giovanni Mastroeni: le risorse per interventi che consentano la rapida ripresa dell’occupazione.
La Cgil Messina nel corso di una riunione dell’organismo direttivo, in modalità telematica, ha affrontato con un’ampia analisi la delicata e particolare fase storica con una grave crisi dettata dall’emergenza sanitaria che si somma a criticità economiche e sociali preesistenti. La Cgil rivendica interventi, dentro lo scenario dei piani europei e del Governo, per creare nuovo lavoro e sviluppo sostenibile e stabile. Il segretario generale della Cgil Messina, Giovanni Mastroeni, sulla predisposizione dei progetti del Recovery Fund che porterà in Italia 209 miliardi di cui 71 nel Sud: “Nel confronto che si è avuto il 15 gennaio scorso con il Governo Conte, prima della crisi, che va ripreso subito dopo la chiusura della crisi e che va esteso a livello regionale e a livello provinciale, il sindacato con forza ha sottolineato la necessità di recuperare i ritardi sulla progettazione, superare le criticità ad oggi presenti sulla governance di quest’importante strumento. Il tutto per evitare che l’Europa non possa in tempi rapidi esaminare e avviare il percorso di realizzazione dei progetti di sviluppo che consentiranno al nostro Paese nei prossimi anni uno sviluppo che possa riportare il Pil in una percentuale positiva e non drammaticamente negativa con quella del 2020”. “I progetti del Recovery Fund – prosegue Mastroeni – hanno la necessità di affrontare le vecchie e le nuove emergenze che vive il nostro Paese a partire da quello dello sviluppo industriale compatibile con l’ambiente in una transizione ecologica che va realizzata sino al rafforzamento delle politiche nel settore della sanità che, dopo vent’anni di tagli, la crisi del Covid ne ha mostrato le sue grandi fragilità”.
“Il Sud, la Sicilia, la provincia di Messina – sottolinea Mastroeni – devono utilizzare questa occasione di sviluppo che consenta di recuperare la grave crisi economica che ha portato la perdita di moltissimi posti di lavoro. Il 2020 si è chiuso in Sicilia con il triplo della cassa integrazione che si ebbe nella grave crisi del 2008, sono più di 67mila i lavoratori rimasti fuori da ogni circuito produttivo con una perdita di reddito stimata per ognuno di loro di oltre 5.900 euro in un anno. In tale drammatica situazione, per creare nuovo lavoro e sviluppo sostenibile e stabile, lo Stato deve tornare ad occuparsi in maniera diretta delle politiche di sviluppo creando nuovi strumenti regolatori del mercato e un nuovo protagonismo. Particolare attenzione va data agli strumenti che si utilizzeranno per realizzare questi strumenti di crescita. Dal sistema delle incentivazioni, agli strumenti territoriali quali le Zes – le aree di crisi o industria 4.0. Si tratta di realizzare nuove politiche di sviluppo produttivo che partono dalla riconversione ecologica, alla digitalizzazione ad un ruolo centrale della ricerca. Fondamentale è tutto il capitolo che attiene la mobilità delle persone e lo sviluppo di una nuova rete infrastrutturale (ferroviaria, autostradale e portuale) specie nel Sud del Paese. Centrale è in tal senso il Piano di sviluppo del Sud.
Nel nostro territorio provinciale quattro sono i capitoli che riteniamo fondamentali. Il primo un vasto piano di interventi di sviluppo di sostenibilità ambientale sia nella parte che attiene alla difesa del territorio per contrastare il dissesto idrogeologico, sia sul tema della riconversione ecologica del sistema industriale a partire da quello della zona di Milazzo con progetti industriali legati ad un’industria green. Il secondo attiene al tema della digitalizzazione sia della pubblica amministrazione che allo sviluppo delle reti per tutta la popolazione. Il terzo capitolo affronta il tema della scuola, il sistema dell’istruzione e della formazione è fondamentale, serve un piano straordinario degli interventi pubblici nella scuola che metta al centro l’aumento degli organici e un vasto progetto di edilizia scolastica. Il quarto attiene alle città metropolitane, il gruppo nazionale che ha predisposto la progettazione del Recovery fund ha creato un capitolo per le 14 aree metropolitane italiane di cui Messina fa parte, partendo dalla considerazione che il 36% della popolazione italiana risiede in tali aree. La strategia europea individua tre grandi priorità: la prima la crescita intelligente attraverso lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione, secondo la crescita sostenibile attraverso la promozione di un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse e sulla sua competitività e la terza attraverso una crescita inclusiva promuovendo un’economia che crea occupazione favorendo la coesione sociale e territoriale. In questi capitoli va realizzato un nuovo progetto di sviluppo per ciò che attiene il territorio di Messina”.
“Su tali tematiche – conclude Mastroeni – la Cgil ritiene necessario che entro il 30 aprile, data in cui l’Italia deve presentare la progettazione finale del Recovery Fund, oltre il confronto nazionale vi sia quello provinciale che veda nel nostro territorio un confronto fra tutti i soggetti sociali portatori di interessi generali e le istituzioni affinché la giusta progettazione possa creare quel nuovo sviluppo che non è più rinviabile e che blocchi la fuga dei giovani”.